Descrizione
L’edificio, anch’esso in pieno stile barocco, preannuncia però con le sue linee il neoclassicismo e si distingue da altri edifici storici della cittadina per la sua sobrietà.
Ad accogliere i visitatori c’è un cortile, che un tempo ospitava le scuderie e i magazzini, mentre a destra si trovano due sfingi marmoree che custodiscono la bella rampa di scale che conduce ai piani superiori.
Prima dimora di don Pietro Landolina, marchese di S. Alfano e primo governatore della provincia di Noto, nella sua storia il palazzo ospitò tre volte tra il 1838 e il 1844 i re di Borbone-Parma, Ferdinando II e Maria Regina Teresa.
Nella piazza che ospita l’edificio sorge il monumento ai caduti della prima Grande Guerra e dove sono murate le lapidi riportanti i nomi dei caduti della Seconda guerra mondiale. Nell’ultimo periodo borbonico sorgeva la statua del Re Ferdinando II, opera dello scultore napoletano Tito Angelini.
Dall’androne del palazzo, coperto da una volta a crociera e una botte lunettata, si accede alla corte interna, articolata su due livelli, attorno a cui si distribuiscono gli ambienti del piano terra. Al primo piano e al secondo potremmo accedere grazie a una scaletta esterna posta nell’angolo nord ovest del giardino e dall’ingresso sulla via Montuoro.
Il cortile è separato dal giardino pensile da una ringhiera traforata da un elemento ovale con motivo decorativo floreale. Le paraste, ruotate in corrispondenza del giardino, accentuano l’effetto scenografico del luogo, che rimarrà impresso nella mente del visitatore. Il prospetto ovest è semplicemente una cortina di chiusura del giardino; quello ad est, articolato in due livelli, delimita degli spazi.
L’antichissima famiglia Landolina vede le sue origini da Landolo 1° conte d’Asburgo, figlio di Guntram principe normanno. Il ramo siciliano ha come capostipite Rolando Landolina, consanguineo di Ruggero II d’Altavilla, da lui ricompensato per l’aiuto nella conquista della Sicilia con la carica di stratigoto di Messina e di primo barone d’Avola, che divenne baronia dopo l’espulsione dei Saraceni. Il figlio di Rolando, Giorgio, succedutogli in qualità di stratigoto di Messina, aiutò nella liberazione di Luigi VII di Francia dalla schiavitù greca.
Modalità d'accesso
Non sono presenti barriere architettoniche
Indirizzo
Orario per il pubblico
Martedì : 10:00-19:00
Mercoledì : 10:00-19:00
Giovedì : 10:00-19:00
Venerdì : 10:00-19:00
Sabato : 10:00-19:00
Domenica : 10:00-19:00
Punti di contatto
Ultimo aggiornamento: 17 febbraio 2025, 10:26